Casse corteggiate al Salone del Risparmio

L’Italia cerca risorse in grado di finanziare la transizione verso un nuovo modello economico all’insegna della sostenibilità. Allo stesso tempo gli enti previdenziali privatizzati e fondi pensione sono chiamati a tutelare i propri iscritti di fronte all’arretramento del welfare di Stato.

L’ultima edizione del Salone del Risparmio, organizzato la scorsa settimana a Milano, ha ospitato una tavola rotonda tra investitori privati e istituzionali sull’economia del futuro, tra aspettative e modelli di investimento difficili da conciliare.

“La missione dell’Adepp non è quella di sostenere il Paese, ma i professionisti che lavorano nel Paese – ha premesso il presidente dell’associazione che riunisce le Casse, Alberto Oliveti  – . Gli investimenti che sostengono l’economia sono spesso per loro natura illiquidi: noi dobbiamo pensare innanzitutto a pagare le pensioni, e successivamente a rafforzare il sistema di sicurezza sociale per i nostri iscritti. Tenere una parte consistente del patrimonio bloccata per un numero indefinito di anni suscita perplessità”.

L’attenzione è diversa invece per quei progetti in grado di produrre effetti in tempi ravvicinati. “Con il progetto mission related, Enpam sta investendo per esempio nello sviluppo delle Rsa: in questo modo migliora i servizi per tutti i cittadini – ha detto Oliveti – ma aumenta soprattutto le opportunità di lavoro per i propri iscritti, rafforzando il patto generazionale secondo cui chi lavora mantiene chi ha lavorato”.

VOLATILITÀ DELLE LEGGI

Nel corso della discussione diversi interventi si sono concentrati sul contesto normativo che penalizza la spinta all’innovazione da parte degli investitori.

“La previdenza complementare ha visto più volte negli ultimi anni cambiare dai legislatori i propri obiettivi – ha sottolineato Maurizio Agazzi di Cometa, fondo di previdenza integrativa dei metalmeccanici -. Il risultato è che senza certezze si blocca l’afflusso di fondi all’economia reale: come posso investire in prodotti illiquidi se non conosco il mio ruolo nell’economia e devo essere in grado di fare fronte a legittime richieste di smobilizzare da parte dei mei iscritti?”

WHITE ECONOMY

Gli investimenti futuri delle Casse continueranno a essere legati ai servizi per la persona, con l’intenzione di offrire ricadute positive per il lavoro dei professionisti.

In particolare le aree più interessanti saranno quelle della cosiddetta white economy, cioè servizi e cure mediche per anziani, malati e disabili, oltre al settore in netta espansione delle biotecnologie.

“Gli enti previdenziali vengono erroneamente considerati investitori pazienti – ha concluso Oliveti – ma è una definizione che non sta in piedi. Proprio il fatto di avere obiettivi di sostenibilità a cinquant’anni ci spinge a ricercare buoni rendimenti per i nostri patrimoni che devono accumularsi anno dopo anno. Non siamo affatto pazienti, ma lungimiranti. E preferiamo scegliere in autonomia i settori in cui investire i contributi dei nostri iscritti”.

di Andrea Le Pera