Bilancio, 1 miliardo in più nel 2015

Prime anticipazioni del documento che sarà presentato all’Assemblea nazionale

23441724015_bb89befe75_oUn utile di 1 miliardo, il patrimonio netto che sfiora 17,2 miliardi e la riserva legale che si consolida. L’Enpam chiude il 2015 facendo registrare una nuova crescita dell’attivo. Sono le anticipazioni dal documento di Bilancio che, in base a una nuova norma, a partire da quest’anno deve essere approvato entro il 30 aprile, due mesi in anticipo rispetto al solito. Questi i primi dati.

L’anno scorso la Fondazione ha incamerato circa 2,43 miliardi di euro dai suoi contribuenti e ne ha spesi in pensioni e prestazioni previdenziali circa 1,45. L’avanzo di gestione previdenziale si è così attestato a 0,98 miliardi di euro. Un andamento che si è confermato positivo grazie anche agli effetti della riforma del 2013, che ha imposto un innalzamento delle aliquote contributive e dell’età per accedere al pensionamento, oltre a rideterminare i parametri che trasformano i contributi in pensioni.

23145415300_7978d4905e_oSi mantiene stabile e in positivo anche il rapporto tra numero di iscritti e pensionati. Nel 2015 i medici e gli odontoiatri attivi sono 360.845 (356.375 nel 2014), di cui 204.886 uomini e 155.959 donne. I pensionati sforano invece quota 100mila e toccano le 101.213 unità (98.396 nel 2014). Cresce anche l’interazione telematica tra camici bianchi e Fondazione.

In cinque anni, si è passati, dai 40 mila utenti del 2010 ai circa 117 mila che l’anno scorso hanno presentato la dichiarazione dei redditi professionali utilizzando il Modello D online. Gli iscritti che hanno presentato una domanda di riscatto o ricongiunzione accedendo all’area riservata, sono oltre 5 mila. Il Bilancio consuntivo 2015 nella sua versione definitiva verrà presentato all’Assemblea nazionale nel corso della seduta convocata per il prossimo 30 aprile e successivamente pubblicato su internet.

Cresce la spesa per assistenza domiciliare e case di riposo

bilancAumentano i sussidi per assistenza domiciliare e quelli per il pagamento per della retta della casa di riposo. È il dato più significativo che emerge dal bilancio dell’attività dell’area assistenza dell’Enpam nel 2015. La Fondazione ha speso nell’ultimo anno 6,3 milioni di euro in totale per le prestazioni assistenziali in favore degli iscritti, una cifra più bassa rispetto ai 7,4 milioni del 2014 ma la variazione è influenzata dalla chiusura della contabilità anticipata di due mesi.

La spesa per i medici e gli odontoiatri che hanno subito danni a causa di calamità naturali è stata di circa 820 mila euro, quella per gli interventi ‘una tantum’ di 1,1 milione di euro, quella per borse di studio sfiora i 340 mila euro (incluse quelle per strutture onaosi).

Rientrano nel conto anche i sussidi integrativi a invalidi e quelli ai superstiti. La parte principale – come detto – l’hanno fatta i sussidi per l’assistenza domiciliare, la cui spesa è salita da 2 a 2,1 milioni, e quelli che servono a integrare la spesa per la retta in casa di riposo, passati da 419 a 463 mila euro in soli dieci mesi. Una tendenza destinata a salire ancora nei prossimi anni.

La sfida della Ltc

23441689435_12f5d9a8de_oPer gli anziani si spende sempre di più. A certificarlo vi sono dati e studi, che ne rilevano l’impatto economico dell’invecchiamento sulla società del prossimo futuro. “In Italia il problema della “disabilità” e della “perdita di autonomia”, riguarda circa 2,5 milioni di persone, in particolare nella popolazione anziana ed affetta da malattie croniche.

Tra le patologie a più elevato tasso di disabilità, si collocano le malattie neurologiche come la malattia di Alzheimer ed altre forme di demenza scrive Marilena Mangiardi neurologa all’ospedale M.G. Vannini di Roma. “Basandosi sulle più recenti stime socio-economiche – scrive Mangiardi – nel 2030 ci si aspetta in Europa una popolazione composta da 14 milioni di dementi. E’ stato lo studio “Eurocode” (European Collaboration on Dementia), pubblicato su “International Journal of Geriatric Psychiatry” a darci un’idea concreta di quello che rappresenta l’impatto economico della demenza sulle nostre politiche economico- sanitarie e di cosa ci riserverà il futuro in questo ambito. Nel 2008, infatti, in base ai risultati dello studio Eurocode, in 27 paesi europei, il costo sanitario relativo alle demenze, ammontava a 160 bilioni di euro”.

“A mio avviso – conclude – le misure indirizzate alla continua crescita della domanda di cure sanitarie nei prossimi anni, in questa popolazione di pazienti, dovrebbero garantire sia provvedimenti tecnico-scientifici che socio-politici. Infatti, sarebbe auspicabile sia una maggiore diffusione della telemedicina, mediante l’uso di dispositivi elettronici, sia una politica socio-sanitaria volta ad incrementare in ambito territoriale, le strutture sanitarie dedicate, l’assistenza domiciliare e la medicina residenziale”.

@FondazioneEnpam