Aldo Pagni, il medico umanista

Fu presidente della Federazione e fondatore della Società italiana di medicina generale

461Il 18 febbraio è scomparso Aldo Pagni. Presidente della Fnomceo dal maggio 1996 al novembre 2000, Pagni fu fondatore della Società italiana di medicina generale, componente della Consulta deontologica della Fnomceo, oltre che Direttore del giornale della Fnomceo, Il Medico D’Italia, e autore di molteplici articoli, saggi, pubblicazioni. Pagni era nato a Genova il 30 marzo 1933. La madre era genovese e il padre di Empoli, in provincia di Firenze, dove la famiglia si era trasferita quando Aldo aveva un anno.

Da sempre iscritto all’Ordine dei medici di Firenze, si era laureato e specializzato a Pisa. Il 29 settembre 1962 si era sposato con Mariapia Albano, che spesso lo seguiva nei suoi convegni in giro per l’Italia. Hanno avuto due figlie, Ilaria e Valentina. Pagni ha vissuto in prima linea le profonde trasformazioni della sanità dell’ultimo mezzo secolo, dalla costruzione del Sistema sanitario nazionale, al processo di aziendalizzazione della sanità nel 1992, alla ‘Riforma Bindi’ del 1999.

Tantissimi anche i risvolti bioetici che le nuove frontiere della medicina e della scienza via via ponevano: dalla fecondazione assistita all’obiezione di coscienza, dalle dichiarazioni anticipate di trattamento alla cybermedicine. Questioni che hanno portato alla nascita dei quattro Codici deontologici la cui stesura è stata da lui seguita in prima persona: quelli del 1995, del 1998, del 2006 e l’ultimo, quello del 2014. Uomo di profonda cultura, il suo profilo intellettuale è stato tratteggiato nel libro ‘Aldo Pagni, medico umanista’, disponibile cliccando qui.

 

IL COMMENTO

Un amico, un confidente, un mentore

Se ne va un amico, un confidente, un mentore. È andato via troppo presto. Avremmo potuto ancora condividere commenti e consigli per questo mio compito impegnativo che lui conosceva molto bene. Lo ricordo nelle lunghe ore trascorse assieme durante i lavori della Consulta deontologica per la revisione del Codice di deontologia medica, approvato nel 2014. Sempre attento, vivace, propositivo, pronto a ripetere e a propugnare i principi etici della nostra professione, nel rispetto dell’autonomia del medico ma anche dei diritti della persona, informata e partecipe della cura. Mi piace ricordarlo con le parole di un biglietto inviatomi poco più di un mese fa. Aldo ricordava come il Codice deontologico sia diventato l’asse portante di una professione che da liberale si è trasformata in un’occupazione; quanta verità. Quante parole per far comprendere che la medicina di oggi è la medicina delle complessità, che richiede un impegno diverso e gravoso. Chiudeva commentando il mio incarico e scrivendo: “Ti hanno affidato una brutta gatta da pelare, dal pelo litigioso e confuso, ma sono certo che con la tua pacata determinazione e intelligenza riuscirai a dominarla”. Grazie, Aldo. Mi mancheranno i tuoi consigli. Parlerò con Mariapia.

Roberta Chersevani*

*Presidente Fnomceo

@FondazioneEnpam