Alcol e droga, emergenza tra gli adolescenti napoletani

Il problema della dipendenza da alcol e droga tra gli adolescenti ha ormai i contorni di un’emergenza sociale.

Di questo si è discusso a Napoli in occasione dell’evento “I giovani e la febbre del sabato sera”, organizzato dall’Ordine dei medici e degli odontoiatri partenopeo.In Campania, in particolare, il dato del consumo di alcool tra i ragazzi è allarmante.

Il 52,8 per cento ha bevuto il primo bicchiere tra gli 11 e i 14 anni. Più di un ragazzo su due tra gli 11-19 anni beve ‘qualche volta’ (51,6 per cento), mentre l’8,2 per cento lo fa ‘spesso’.

Uno “sballo mortale”, come lo ha definito senza mezzi termini Giuseppe Galano, responsabile della Centrale operativa del 118 di Napoli.

Solo l’anno scorso le chiamate di soccorso per abuso di alcol sono state 409, quelle per crisi dovute al consumo di droga sono state 372. Sono invece 4.673 gli incidenti stradali verificatisi nello stesso periodo, legati o meno al consumo di sostanze stupefacenti e alcol.

“Spesso l’alcool, la droga e il sesso – ha detto il presidente dell’Ordine, Silvestro Scotti – sono dei mediatori che i giovani utilizzano per uscire dalle dipendenze dei social, che sempre più rappresentano uno strumento sostanziale del loro mondo”.

I giovani – è emerso dal dibattito – oggi vivono relazioni virtuali che non permettono il normale inserimento nella valutazione della società, perché senza modelli e regole di indirizzo.

“Abbiamo sempre più giovani che rifiutano la socialità – ha detto Scotti – che sono approcciabili solo attraverso un sistema specialistico.

È in questi momenti che è necessario un forte rapporto sociale tra scuola, sanità per cominciare a dare giuste indicazioni, i giusti indirizzi, i modelli educativo-culturali che fanno un buon cittadino di domani ma anche di oggi”.

Clara Imperatore, consigliere e coordinatore del Comitato unico di garanzia dell’Ordine, ha sottolineato come l’emergenza sia rappresentata innanzitutto dal fatto che i giovani non percepiscono come pericolose le loro abitudini di vita.

“Non riusciamo a dialogare con i nostri figli – ha detto Imperatore – perché vivono in un sistema mediatico a noi sconosciuto.

Dobbiamo imparare a parlare con il loro linguaggio per fare luce sui rischi di tutte le dipendenze e dobbiamo riuscire a far passare questo messaggio: la vera libertà è scelta, non omologazione. Le dipendenze sono il contrario della libertà”.