Le recenti innovazioni del sistema normativo e gestionale

Entro questi termini generali vanno considerate le innovazioni più recenti introdotte sia nella normativa previdenziale dell’Ente sia nella gestione delle attività strumentali dell’Ente, preordinate a garantire la redditività degli investimenti.
Originariamente il Fondo di Previdenza Generale fu configurato come una gestione a ripartizione e tale è rimasto fino alla riforma regolamentare del 1990, che introdusse la contribuzione proporzionale al reddito per una seconda quota di pensione (Quota “B”) che si andava ad aggiungere a quella fondamentale riferita ai contributi minimi obbligatori (dovuti in conseguenza della semplice iscrizione all’Albo professionale).
Con l’introduzione del secondo sistema di contribuzione si gettarono le basi per una progressiva trasformazione del Fondo da sistema a ripartizione a sistema a capitalizzazione. Ed è indubbio che, quando entrerà a regime pieno, esso avrà i connotati di un Fondo prevalentemente gestito a capitalizzazione, sia perché è già intervenuto un processo normativo di assimilazione nei criteri di calcolo delle due “Quote” di pensione erogate dal Fondo, sia perché nel frattempo si stanno capitalizzando le riserve tecniche del Fondo stesso.
Storia diversa ha la costituzione dei Fondi Speciali, sin dalle origini configurati come fondi a capitalizzazione, e di questo sono evidente testimonianza tipologie di trattamenti ormai normativamente venuti meno (come la possibilità per l’iscritto di conseguire a 65 anni una indennità a titolo di acconto sul futuro trattamento di pensione) o fortemente ridotti di significato (come la possibilità di convertire in capitale sin l’intera pensione, possibilità ora consentita, a certe condizioni nel limite massimo del 15% della pensione spettante).
Ma al di là delle considerazioni sulle origini estremamente differenziate del Fondo di Previdenza generale – da una parte – e dei tre Fondi Speciali – dall’altra -, da tempo si assiste ad un progressivo processo di loro assimilazione, sia sul piano normativo che su quello gestionale, e ad un’evoluzione costantemente orientata all’adozione di un sistema gestionale “a capitalizzazione”, col proposito di assicurare trattamenti pensionistici massimizzati, compatibilmente con l’andamento della gestione dei Fondi e con la situazione economica e il Sistema Previdenziale generale del Paese..
Soprattutto per effetto del confronto costante con il Sistema Previdenziale generale del Paese sono stati introdotti, nelle normative più recenti, numerosi istituti che accentuano il carattere solidaristico intracategoriale del Sistema Previdenziale dell’Enpam, e la stessa solidarietà generazionale fra gli appartenenti alla categoria. È questo un elemento fondamentale di connotazione del sistema previdenziale obbligatorio della Fondazione ENPAM, che vale a distinguere ed a preservare l’Istituzione da ogni altra possibile forma concorrenziale di previdenza privata.
Tra gli istituti di solidarietà intracategoriale si possono citare:
• l’integrazione delle pensioni più basse al trattamento minimo del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti
• l’indennità di maternità, adozione, aborto in favore delle iscritte
Come strumenti specificamente studiati per promuovere la solidarietà intracategoriale sono stati adottate
• norme di adeguamento dei provvedimenti assistenziali
• la stipula di una polizza assicurativa sanitaria, prima con le Assicurazioni Generali, attualmente con la compagnia UNISALUTE, a tutela di tutti gli iscritti che vi aderiscano.
L’adozione di normative interne di gestione dell’attività strumentale della Fondazione muove invece dai seguenti dati normativi fondamentali, enunciati dallo Statuto:
• a norma dell’ articolo 7, le entrate dell’Ente sono costituite:
a) dai contributi dovuti dagli iscritti;
b) dai contributi versati per i medici e gli odontoiatri che operano a rapporto professionale con le istituzioni sanitarie pubbliche;
c) dai contributi volontari e da quelli di riscatto degli iscritti ai fondi di previdenza gestiti dall’Ente;
d) dai redditi del patrimonio;
e) da tutte le somme che pervengano all’Ente per le contribuzioni relative alle forme di previdenza ed assistenza integrative di cui all’art. 5, comma 3, per donazione o per altro giusto titolo.
• a norma dell’ articolo 8, i fondi disponibili dell’Ente possono essere impiegati:
a) in titoli di Stato o garantiti dallo Stato, in obbligazioni fondiarie od in titoli ad esse equiparati, in titoli obbligazionari;
b) in depositi fruttiferi presso istituti di credito di notoria solidità;
c) in immobili urbani e rustici, anche sotto forma di pacchetti azionari rappresentativi di essi;
d) in mutui garantiti da ipoteca o da cessioni di crediti garantiti da enti pubblici;
e) in quegli altri modi che siano ritenuti convenienti dal Consiglio di amministrazione in relazione alla natura ed alle finalità istituzionali dell’Ente.
Conseguentemente, il patrimonio dell’Ente è costituito dai beni immobili e mobili e dai valori in genere che, per acquisti, lasciti, donazioni e per qualunque altro titolo, siano o verranno in proprietà dell’Ente (art 6 Statuto). Esso è gestito, soprattutto in ordine alla scelta dei
migliori investimenti, con atti e strumenti idonei a garantire la necessaria liquidità del patrimonio dell’Ente per la copertura degli impegni finanziari a breve ed a medio termine, in stretta connessione alle finalità istituzionali della Fondazione (art. 8 Statuto).

In relazione a detti obblighi statutari la Fondazione ENPAM ha adottato una serie di scelte strategiche di lungo periodo, così sintetizzabili per grandi linee:

  • differenziare maggiormente la politica degli investimenti patrimoniali da reddito, eminentemente concentrata – in precedenza – in investimenti immobiliari
  • differenziare progressivamente la stessa composizione del portafoglio dei titoli mobiliari, in modo tale che risulti più equilibrata la ripartizione dei rischi;
  • affidare compiti così specializzati ad organismi esterni qualificati professionalmente
  • effettuare operazioni di “pronti contro termine”, allo scopo di conseguire una maggiore redditività delle liquidità disponibili per brevi periodi
  • estendere il sistema delle deleghe a soggetti esterni per la gestione del patrimonio immobiliare della Fondazione, finalizzando la scelta a progetti di più agevole perseguimento di politiche rivalutative del patrimonio immobiliare da reddito, in pratica delegando maggiormente le funzioni gestionali attive per potenziare le funzioni più strettamente considerabili di controllo e riservate alle strutture burocratiche interne
  • perseguire una politica gestionale di riqualificazione dei cespiti immobiliari di più elevata redditività, soprattutto se a destinazione commerciale
  • individuare gestioni immobiliari di bassa produttività ed esaminare la convenienza di un piano di loro dismissione
  • informatizzare accentuatamente i processi amministrativi di gestione e controllo del patrimonio..
  • Altre iniziative di forte significato organizzativo sono state le decisioni di:
  • reingegnerizzare le procedure contabili in uso presso l’Area dei Servizi di Ragioneria, riconfigurando l’intero impianto dei processi lavorativi su una piattaforma tecnologica nuova (E.R.P. – Oracle application)
  • adeguare costantemente le risorse strumentali informatiche
  • allestire corsi di formazione e cultura informatica, per una maggiore qualificazione professionale del personale interno
  • acquisire direttamente dalle AA.SS.LL. i dati informativi relativi ai contributi dovuti ai Fondi Speciali (in precedenza l’attività era affidata in “service esterno” ad una ditta appaltatrice)
  • riallestire, su nuove basi tecnologiche, il collegamento telematico con gli Ordini Provinciali dei medici e degli Odontoiatri, in modo da consentire l’accesso ai database contributivi gestiti dalla Fondazione
  • progettare un nuovo sistema informatico preordinato all’acquisizione diretta dei dati anagrafici relativi a nuove iscrizioni, cancellazioni e variazioni nell’iscrizione agli Albi provinciali.