Se sei nella condizione di una gravidanza a rischio hai diritto a un sostegno economico. L’assegno copre il periodo di interdizione dal lavoro stabilito dall’Asl, fino, al massimo, ai due mesi che precedono la data presunta o effettiva del parto.

Per i mesi rimanenti sei infatti tutelata dall’indennità di maternità.

Hanno diritto all’indennità le dottoresse che:

  • hanno sospeso tutte le attività lavorative per una gravidanza a rischio;
  • non lavorano (e in ogni caso non possono svolgere alcun tipo di attività a causa di una gravidanza a rischio);
  • frequentano corsi di formazione specialistica o sono titolari di borsa di studio e, per i periodi non retribuiti, hanno dovuto sospendere qualsiasi attività lavorativa;
  • non hanno diritto a un trattamento economico per gravidanza a rischio da altre gestioni previdenziali obbligatorie;
  • non sono tutelate da altre indennità economiche per malattia, per TBC o per disoccupazione.

L’indennità decorre dal primo giorno in cui viene diagnosticata la gravidanza a rischio. Copre fino alla data che è indicata nel provvedimento di interdizione dal lavoro (fino, al massimo, ai due mesi che precedono la data presunta o effettiva del parto).

L’importo dell’indennità giornaliera viene determinato prendendo come base di calcolo l’80 per cento del reddito professionale prodotto imponibile presso l’Enpam che viene riparametrato sul periodo di interdizione dal lavoro riconosciuto dall’Asl (cioè: se il periodo è di tre mesi, l’assegno corrisponde a 3/12 dell’80 per cento del reddito).

Per reddito professionale si intende quello che hai denunciato ai fini fiscali nel secondo anno che precede la nascita del bambino (per cui ad esempio se la data presunta del parto è il 10 novembre 2023, dovrai presentare la dichiarazione del 2022 riferita al reddito del 2021). Se però il parto è previsto per la fine dell’anno e il bambino nasce l’anno successivo oppure per l’inizio dell’anno ma il bambino nasce prima, devi fare attenzione a quale dichiarazione inviare, su questo vedi l’esempio in Casi particolari.

Per le dottoresse che non hanno redditi  o hanno redditi molto bassi viene garantito un importo minimo. Per i redditi più alti è stabilito un importo massimo.

La domanda va presentata online dall’area riservata.

La data presunta del parto era il 30 dicembre 2021 ma il bambino è nato il 3 gennaio del 2022, quale dichiarazione dei redditi devo inviare, quella del 2020 o del 2021?

Devi inviare la dichiarazione del 2021 (reddito del 2020), perché il termine di riferimento è la data effettiva del parto. Se dunque fai domanda di indennità prima della nascita del bambino è consigliabile inviare da subito due dichiarazioni: quella del 2020 e quella del 2021.

 

La data presunta del parto è il 3 gennaio del 2023, quale dichiarazione dei redditi devo inviare, visto che il bambino potrebbe nascere prima e quindi nel 2022?

Se fai domanda prima della nascita, è consigliabile inviare due dichiarazioni: quella del 2022 (reddito 2021) e quella del 2021 (reddito 2020).

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